Buonasera!
Come state? State leggendo tanto in questo 2014 appena iniziato? Io purtroppo preferirei non fosse mai cominciato. Sono successe cose non troppo piacevoli (una sopra le altre, spiacevolissima :C), quindi oltre alla mia apatia da lettura (aiutatemi, non riesco più a leggere!) non ho avuto molto tempo per mettermi comoda e aprire un libro.
Come state? State leggendo tanto in questo 2014 appena iniziato? Io purtroppo preferirei non fosse mai cominciato. Sono successe cose non troppo piacevoli (una sopra le altre, spiacevolissima :C), quindi oltre alla mia apatia da lettura (aiutatemi, non riesco più a leggere!) non ho avuto molto tempo per mettermi comoda e aprire un libro.
Quindi, alla luce di questo, vi pubblico una recensione non semplice ma molto sentita. Il libro è l'ultimo letto nel 2013.
p.s. Spero apprezzerete la mia decisione di non parlare della trama in generale del romanzo all'interno della recensione. Preferisco spendere parole per ciò che mi è sembrato piuttosto che farvi un tema sulla trama. :D
Eleanor è appena arrivata in città. La chioma riccia rosso fuoco e l'abbigliamento improbabile, ha lo sguardo basso di chi, in pasto al mondo, fa fatica a sopravvivere. Park ha tratti orientali che ha preso dalla madre coreana e veste sempre di nero. La musica è il suo rifugio per tenersi fuori dai guai. La loro storia inizia una mattina, sul bus che li porta a scuola. Park è immerso nella lettura dei suoi fumetti e perso tra le note degli Smiths, Eleanor si siede accanto a lui. Nessun altro le ha fatto posto, perché è nuova e parecchio strana. Il loro amore nasce dai silenzi, dagli sguardi lanciati appena l'altro è distratto. E li coglie alla sprovvista, perché nessuno dei due è abituato a essere il centro della vita di qualcuno. Tra insicurezze e paure, Eleanor e Park si scambiano il regalo più grande: amare quello che l'altro odia di sé, perché è esattamente ciò che lo rende speciale. Sarà la loro forza, perché anche se Eleanor non sopporta quegli sfigati di Romeo e Giulietta, anche il loro legame deve fare i conti con un bel po' di ostacoli, primo fra tutti la famiglia di lei, dove il patrigno tiranneggia incontrastato. Riusciranno, per una volta nella vita, ad avere ciò che desiderano?
Ogni tanto mi piace chiedermi se gli scrittori, quando scrivono una determinata parte -emozionante o meno- sanno come poi il lettore la vedrà, più o meno nella sua testa. Sicuramente sperano di renderla in parole come loro se la immaginano nella mente.
Ci sono scene che sono più semplici da visualizzare, ce ne sono altre più difficili. Io amo, letteralmente, quando accanto alla scena ci mettono una canzone, la abbandonano li a inizio paragrafo, quasi indifferentemente. Il fatto è che se non la conosci, solitamente non vai a cercarti la canzone per poter leggere quel pezzo condito di tutti gli elementi, stai leggendo e ciò che ti importa è sapere come va a finire la storia. Però se la conosci, quella scena acquista un significato completamente diverso. Tutto, nella tua testa, diventa meglio di un film vero e proprio.