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mercoledì 8 gennaio 2014

FRAMMENTI DI: Fight Club di Chuck Palahniuk

Buonsalve lettori! Ho in programma - oltre a dormire su ogni tipo di superficie appena stacco dal lavoro - alcune recensioni per voi, ma nel frattempo, siccome ho notato che non la pubblico da un po', ecco una nuova 'puntata' di "Frammenti di...". Per oggi abbiamo alcune delle citazione che più mi sono piaciute di 'Fight Club' di Chuck Palahniuk, ma vi esorto a segnalarmi qualche libro che avete particolarmente apprezzato o in cui avete ritrovato citazione belle e significative :D

Qui non si tratta di amore come in tenerci. Qui si tratta di proprietà come in possedere.
Piangere è facile nel buio soffocante, chiuso dentro qualcun altro, quando vedi che tutto quello che riuscirai mai a combinare finirà in spazzatura.
Tutto quello di cui potrai mai andare fiero finirà buttato via. 
 E io sono perso dentro.
Questa è la vita e va finendo un minuto alla volta.
Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. Compri il divano, poi per un paio d'anni sei soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema divano. Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le tende. Il tappeto.
Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora possiedono te.
Possa non essere mai completo.
Possa non essere mai soddisfatto.
Possa non essere mai perfetto.
Liberami, Tyler, dall'essere perfetto e completo.
In passato era sufficiente, quando tornavo a casa rabbioso e sapevo che la mia vita non stava dietro al mio piano quinquennale, mettermi a ripulire l'appartamento o lucidare la macchina. Un giorno sarei morto senza una cicatrice addosso e avrei lasciato un gran bell'appartamento e una gran bella macchina. Molto, molto belli, fino al formarsi di un nuovo velo di polvere o fino all'arrivo di un nuovo proprietario. Non cè niente di statico. Persino la Gioconda se ne va a pezzi. Da quando c'è il Fight Club posso far dondolare metà dei denti che ho in bocca.
Forse l'automiglioramento non è la risposta. (...)
Forse la risposta è l'autodistruzione.
Solo dopo il disastro si può risorgere.
"E' solo dopo che hai perso tutto" dice Tyler, "che sei libero di fare qualunque cosa."
Mentre picchiavo quel ragazzo, in realtà avrei voluto piantare una pallottola tra gli occhi di ogni panda in pericolo che si rifiuta di scopare per salvare la propria specie e ogni balena o delfino che molla tutto e va a spiaggiarsi. Non vederla come estinzione. Prendila come un ridimensionamento.
Per migliaia di anni gli esseri umani hanno incasinato e insozzato e smerdato questo pianeta e ora la storia si aspetta che sia io a correre dietro agli altri per ripulirlo. Io devo lavare e schiacciare i miei barattoli. E rendere conto di ogni goccia di olio di motore usato.
Tocca a me pagare il conto per le scorie nucleari e i serbatoi di benzina interrati e i residui tossici scaricati nel sottosuolo una generazione prima che nascessi.
Tu non sei un delicato e irripetibile fiocco di neve. Tu sei la stessa materia organica deperibile di chiunque altro e noi tutti siamo parte dello stesso cumulo in decomposizione. La nostra cultura ci ha resi tutti uguali. Nessuno è più veramente bianco o nero o ricco. Tutti vogliamo lo stesso. Individualmente non siamo niente.

In realtà ne ho segnate molte altre, piuttosto importanti, ma non le ho scritte, un po' perché altrimenti verrebbe un post di ottanta metri, un po' perché non voglio rovinarvi il libro, voglio farvelo godere in ogni sua parte (nel caso dobbiate ancora leggerlo, ovviamente).
Se invece lo avete già letto e volete farmi conoscere una citazione che qui sopra non c'è, scrivetemela nei commenti, ok? :D
Son curiosissima di leggere le vostre!
Un bacio, sempre Sonia :D

domenica 1 settembre 2013

FRAMMENTI DI: Colpa delle stelle di John Green

Buongiornoo!! 
Torno con questa rubrica perché, durante la lettura di questo libro, mi sono imbattuta in tantissime frasi in cui ho detto 'No, questa me la devo segnare assolutamente!'. 
Ormai le segno sia perché mi piacciono, sia per potervele poi trascrivere qui, a voi! :D 
La lettura di questo libro è stata veramente difficile, non perché fosse brutto, tutt'altro, perché il libro era così intendo e doloroso da rendere difficile la continuazione. Sono stata per tutto il tempo a dire 'no, no, adesso fermo qui la lettura così smetto di piangere e di soffrire'. Sapere che ci sarà una trasposizione cinematografica del libro da una parte mi elettrizza, dall'altra mi terrorizza. Una storia del genere sul grande schermo potrebbe sconvolgermi per giorni. Spero solo venga un bel film, anche se devo ammettere che sono fiduciosa, essendo John Green presente già dalle prime riprese. 
Ma passiamo alle varie citazioni presenti all'interno di questo favoloso libro. 
Come al solito, se volete propormi qualche titolo o se volete aggiungere qualche frase che voi avete trovato emozionante di questo in particolare, scrivetemi nei commenti tutto :D

"Perché mi guardi così?"
Augustus ha fatto un mezzo sorriso. "Perché sei bella. Mi ppiace guardare la gente bella, e poco fa ho deciso di non negarmi i semplici piaceri della vita." Poi un breve silenzio impacciato.
"Non ci posso credere" ho detto. "Pensi che sia figo? Oh, mio Dio, hai appena rovinato tutto."
"Tutto cosa?" mi ha chiesto, voltandosi verso di me. La sigaretta gli pendeva spenta all'angolo non sorridente della bocca.
"Quel tutto per cui un ragazzo che è non poco attraente e non poco intelligente, insomma, non inaccettabile, mi fissa e sottolinea un uso scorretto della letteralità e mi paragona a un'attrice e mi chiede di andare a vedere un film a casa sua. Ma naturalmente c'è sempre una hamartia, e la tua evidentemente è questa. Voglio dire, anche se AVEVI UN DANNATO CANCRO, dai soldi a una multinazionale del tabacco in cambio della possibilità di farti venire ANCORA PIÙ  CANCRO. Oh, mio Dio. Lasciami solo dirti che non essere in grado di respirare sai cosa fa? SCHIFO. Che delusione. Che delusione totale."
"Una hamartia?" ha detto lui, la sigaretta ancora in bocca.
"Un'imperfezione fatale".
"Non ti uccidono, se non le accendi"(...)"E non ne ho mai accesa una. E' una metafora, sai: ti metti la cosa che uccide fra i denti, ma non le dai il potere di farlo."
A volte leggi un libro e ti riempie di uno strano zelo evangelico che ti convince che il mondo frantumato che ti circonda non potrà mai ricomporsi a meno che, o fino a quando, tutti gli esseri umani non avranno letto quel libro. E poi ci sono libri come Un'imperiale afflizione, di cui non puoi parlare con l'altra gente, libri così speciali e rari e tuoi che sbandierare il tuo amore per loro sembrerebbe un tradimento.
"Okay" ha detto lui dopo un'eternità. "Forse okay sarà in nostro sempre."
"Okay" ho detto.
Mentre leggeva, mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta.
"Sono innamorato di te" ha detto lui piano.
"Augustus" ho detto.
"E' vero" ha detto. Mi guardava dritto, e così gli ho visto socchiudere un po' gli occhi. "Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l'amore non è che un grido nel vuoto, e che l'oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l'unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te."
"Non vorrei mai farti una cosa del genere" gli ho detto.
"Oh, a me non importerebbe, Hazel Grace. Sarebbe un privilegio ritrovarmi il cuore spezzato da te."
Ma Gus, amore mio, non riesco a dirti quanto ti sono grata per il nostro piccolo infinito. Non lo cambierei con niente al mondo. Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata.

Ci sono altre tremila citazioni che vorrei trascrivervi, ma ho paura veramente di fare spoiler colossali e di rovinare la bellezza del libro. Ho trascritto citazioni che si possono trovare anche facilmente in giro, che non credo dicano poi molto sulla trama del libro ma che fanno il loro effetto, soprattutto una volta che si sa cosa significano veramente.
Questo è unlibro che consiglio a tutti, e lo consiglierò sempre al mondo intero <3
Mannaggia a John Green! :D
Aspetto i vostri commenti, eh!
Un saluto, Sonia

martedì 2 luglio 2013

FRAMMENTI DI: 'Le ho mai raccontato del vento del nord' di Daniel Glattauer

Voi dovete capire che non è possibile che pensi, ripensi e temporeggi per quasi una settimana per trovare un'idea decente per proporvi questo post, e dovete capire anche che non è normale che alla fine io mi sia decisa a postare nel modo più banale del mondo. 

Sono settimane, ma che dico, mesi, che cerco un modo originale per propinarvi tutte le citazioni (più o meno belle) che sottolineo, trovo e segno ovunque. 
Si,perché dovete sapere che io sono tipo malata per le citazioni, ne cerco in giro, me le segno ovunque, ho fogliettini volanti sulla scrivania, nel pc, dentro i libri stessi. Sono un caso perso.. 

MA siccome so che c'è sicuramente qualcuno qui che mi sta leggendo che è come (se non peggio) di me, ho deciso di creare questa 'rubrica' in cui farvele conoscere tutte :D
Spero vi piaccia, se avete idee su come postarle in modo più originale e carino, sono assolutamente disponibile e aperta a consigli/critiche!
Le citazioni di oggi provengono dal libro 'Le ho mai raccontato del vento del nord', che mi è piaciuto particolarmente e che rimarrà sempre nel mio cuoricino (QUI la mia recensione). 

Non si dovrebbe pensare di "perdere" qualcosa. Se lo si pensa lo si è perso già.
I vecchi tempi non tornano più. Lo dice già il nome, sono vecchi. I nuovi tempi non possono mai essere come i vecchi. Quando tentanoo di farlo, risultano vecchi e logori, come le persone che li desiderano. Mai rimppiangere i vecchi tempi. Chi li rimpiange è vecchio e triste.
Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente. Emmi, Emmi, Emmi.
Nelle e-mail che le scrivo posso essere la vera Emmi, che altrimenti non sono. Nella "vita reale", se vuoi riuscire, se vuoi resistere a lungo, devi sempre arrivare a un compromesso con la tua emotività: QUI niente reazione esagerata! QUESTO lo devo accettare! QUI devo mostrarmi superiore! - Adegui continuamente i sentimenti all'ambiente circostante, hai riguardo per gli affetti, ti infili nel centinaio di piccoli ruoli quotidiani, fai l'equilibrista, ragioni, soppesi, il tutto per evitare di danneggiare la struttura portante, dal momento che ne sei parte integrante. Con lei, caro Leo, non ho paura di comportami in modo spontaneo, per come sono davvero. Non sto a pensare che cosa si aspetta o non si aspetta da me. Le scrivo liberamente, nient'altro.
Sono fatta così: devo immaginare sempre il peggio, per poter sviluppare gli anticorpi con cui affrontarlo qualora si dimostrasse vero.
Mi scuote nel profondo, mi emoziona, a volte vorrei mandarla a quel paese, ma altrettanto volentieri me la vado a riprendere.
Per mesi, ho visto Emmi in ogni donna che incrociavo per strada. nessuna però poteva competere con quella vera, nessuna poteva farle concorrenza, perché quella reale era al riparo da qualunque pubblico, superata dalla società, isolata, era tutta per me nel mio computer. Li andava a prendermi al lavoro. Li mi aspettava prima, dopo, al posto della colazione. Li mi augurava la buona notte al termine di una lunga serata insieme. E' capitato abbastanza spesso che si trattenesse con me fino alle prime luci dell'alba, nella mia stanza, nel mio letto, si infilasse di nascosto sotto le coperte, accanto a me. Eppure è rimasta sempre irraggiungibile, inafferrabile. Le sue immagini erano così delicate e fragili che non avrebbero retto al mio sguardo concreto senza formare crepe e incrinature. Avevo l'impressione che questa Emmi artefatta fosse di filigrana, tanto che se l'avessi sfiorata anche solo una volta si sarebbe accartocciata. Il suo corpo non era nient'altro che l'aria fra i tasti delle lettere con cui giorno dopo giorno la plasmavo a parole. Un soffio... e sarebbe sparita. Si, Emmi, per quel che mi riguarda è finita: chiuderò la casella di posta, soffierò sulla tastiera, abbasserò lo schermo del computer. Mi congederò da lei. Suo Leo.
La vicinanza non è la sospensione della distanza, bensì il suo superamento. La tensione non è la mancanza di completezza, ma il continuo aspirare a essa senza mai perderla di vista.
E un giorno, ci incontreremo in un caffè o in metropolitana. cercheremo di non riconoscerci o di fingere di non vederci, ci gireremo svelti dall'altra parte. Saremo imbarazzati per ciò che è diventato il nostro "noi", per quello che ne è rimasto. Niente. Due estranei uniti da un passato immaginario, da cui a lungo si sono lasciati ingannare vergognosamente.

Voi cosa state leggendo in questi giorni? Avete già trovato delle citazioni interessanti? Scrivetemele nei commenti e, soprattutto, ditemi se siete fissati/e come me :D
Un bacio, Sonia