Ho aspettato tanto di quel tempo per recensire questo libro che mi sento quasi in colpa.
Va a scapito del blog, naturalmente, perché le recensioni le si legge quando il libro esce, ma io preferisco scrivere una recensione sincera e aspettare che passi la 'sbornia' del libro appena letto, piuttosto che farne una a caldo e 'contraffatta'.
Ho aspettato tanto perché è un libro che a primo impatto ti lascia folgorata, ma la cosa importante quando leggi un libro è quello che ti lascia dentro dopo una settimana dalla conclusione della lettura, dopo un mese.
QUESTA RECENSIONE CONTIENE PROBABILI SPOILER DI TUTTI E TRE I LIBRI, TI CONSIGLIO QUINDI DI TORNARE A LEGGERLA DOPO AVER CONCLUSO LA LETTURA DELLA TRILOGIA.
Una rete d'ombra si stringe sempre di più intorno agli Shadowhunters dell'Istituto di Londra. Mortmain progetta di usare un esercito di automi spietati per distruggere una volta per tutte i Cacciatori. Gli manca un solo elemento per completare l'opera: Tessa Gray. Intanto, Charlotte Branwell, capo dell'Istituto, cerca disperatamente di trovarlo per impedirgli di scatenare l'attacco. E quando Mortmain rapisce Tessa, Will e Jem, i ragazzi che ambiscono alla conquista del suo cuore, fanno di tutto per salvarla. Perché anche se Tessa e Jem sono fidanzati ufficialmente, Will è ancora innamorato di lei, ora più che mai. Tuttavia, mentre chi le vuole bene unisce le forze per strapparla alla perfidia di Mortmain, Tessa si rende conto che l'unica persona in grado di salvarla dal male è lei stessa. Ma come può una sola ragazza, per quanto capace di comandare il potere degli angeli, affrontare un intero esercito? Pericoli e tradimenti, segreti e magia, oltre ai fili sempre più ingarbugliati dell'amore e dell'abbandono si legano e si confondono mentre gli Shadowhunters vengono spinti sull'orlo del precipizio, in un finale che lascia con il fiato mozzo.
Andrò forse -anzi, sicuramente- controcorrente dicendo che questo non è il miglior libro della saga 'The Infernal Devices'. Non lo è per me, naturalmente.
Ci sono parecchie cose che, col senno di poi, non mi sono piaciute.